La sindrome da impingement o conflitto subacromiale, è una sintomatologia che provoca dolore alla spalla e consiste nella compressione del tendine del muscolo sovraspinato durante il movimento di sollevamento del braccio e nella fase di ritorno alla posizione iniziale. La spalla, viene sostenuta dalla presenza di muscoli e tendini: il sovraspinoso, il sottospinato, il piccolo rotondo e il sottoscapolare. L’insieme di muscoli, tendini e struttura articolare è chiamata cuffia dei rotatori.
Ogni volta che l’arto superiore viene alzato oltre i 45° rispetto al tronco, si verifica un restringimento dello spazio fra la testa dell’omero e l’acromion, dove scorrono i tendini della cuffia dei rotatori. Quando questo avviene, si parla di sindrome da impingement che porta alla graduale degenerazione del tendine fino alla rottura e al conseguente inutilizzo del braccio. Il dolore aumenta progressivamente arrivando a compromettere i movimenti più semplici, addirittura insorgendo la notte, con il braccio a riposo.
ANATOMIA DELLA SPALLA:
La spalla è l’articolazione più complessa e più influenzabile di tutto il corpo umano: perché quest’articolazione è composta da 5 sotto-articolazioni che, attraverso il loro movimento estremamente coordinato, permettono il movimento nello spazio dell’arto superiore.
Infatti è possibile riconoscere alcune ossa importanti per la spalla che sono:
- Scapola: questo osso piatto è posto dietro al torace e, se non fosse collegato con la clavicola, sarebbe sospeso ed in balia dei muscoli posteriori ed anteriori. Ha una forma triangolare e presenta alcune zone specifiche che risultano essenziali nel capire l’impingement della spalla. Nella parte posteriore la scapola infatti presenta prominente ossea chiamata spina la quale suddivide due fosse: la fossa del sovraspinoso e del sottospinoso (entrambi muscoli della cuffia dei rotatori). La spina si dirige verso l’alto e l’infuori arrivando anteriormente fino ad una prominente chiamato Acromion (parola che deriva dal greco akros che vuol dire “il più alto). La scapola quindi si articola con la clavicola proprio con l’acromion (formando l’articolazione acromion-claveare) e con l’omero attraverso la fossa glenoidea.
- Clavicola: un osso lungo a forma di S allungata e permette il collegamento con lo scheletro assiale della scapola. Svolge un importante ruolo di guida nel movimento della spalla e spesso un alterazione di movimento delle sue articolazioni si ripercuotono a catena su tutta la spalla. Si articola inoltre con lo sterno formando l’articolazione sterno-claveare.
- Omero: Un osso lungo dotato superiormente di una superficie “simil sferica” orientata verso l’alto, l’infuori e dentro formando un angolo di 135° rispetto all’asse verticale. Questo osso fondamentalmente rappresenta il raccordo di tutto l’arto superiore con lo scheletro, permettendo attraverso l’articolazione gleno-omerale la possibilità di muoversi nello spazio e alzare il braccio. Fornisce nelle sue tuberosità superiori l’ancoraggio per i muscoli della cuffia dei rotatori e per i muscoli che attivandosi, generano il movimento della spalla, soprattutto nei vari momenti di rotazione.
- Sterno: osso posto al centro del petto e che fornisce l’ancoraggio anteriore delle coste e il cui manubrio, nella sua parte superiore, fornisce la struttura di supporto dell’articolazione sterno-clavicolare.
Dopo aver spiegato quali sono le ossa che sono coinvolte nel movimento è bene elencare anche quali articolazioni sono coinvolte nella spalla e che permettono il movimento:
- Articolazione gleno-omerale
- Articolazione sterno-clavicolare
- Articolazione Acromion clavicolare
- Articolazione sottodeltoidea
- Articolazione scapolo-toracica
Molto importante per capire il meccanismo e la cura per l’impingement della spalla è sicuramente quello della cuffia dei rotatori e del tendine del sovraspinoso: infatti questo muscolo nasce nella fossa sovraspinosa per dirigersi anteriormente verso il trochite e svolgendo una funzione molto importante nella meccanica dell’elevazione della spalla nello spazio, perché questo muscolo svolge sì un’azione di abduzione e flessione insieme al muscolo deltoide, ma soprattutto a livello biomeccanico svolge un azione di rotolamento della testa dell’omero a livello della superficie glenoidea mantenendo la congruità delle superfici articolari durante il movimento. Quest’azione è modulata dal cervello che quindi sa che l’obiettivo primario è l’evitare la lussazione (la spalla è l’articolazione più soggetta a lussazione di tutto il corpo) e quindi ha creato tutto un importante e coordinato sistema di azione muscolare affinchè questo si eviti e si possa muovere la spalla senza problemi.
CAUSE:
La causa principale della sindrome da impingement è lo squilibrio dei muscoli che sottendono ai movimenti della spalla. I soggetti più colpiti sono uomini e donne di età superiore ai 50 anni che svolgono lavori manuali e attività sportive che prevedono il sollevamento ripetuto del braccio durante il giorno. È proprio la ripetizione di determinati gesti lavorativi o atletici a provocare questo fenomeno.
Ci sono però anche altre cause che possono ridurre lo spazio acromiale e favorire la patologia:
- avere un acromion uncinato o incurvato verso il basso che riduce lo spazio subacromiale in cui scorre il tendine del sovraspinato;
- soffrire di tenosinovite o infiammazione ai tendini;
- avere subito traumi;
- soffrire di borsite alla spalla;
- soffrire di artrosi;
- avere la tendenza alla formazione di osteofiti.
SINTOMI:
I sintomi del conflitto subacromiale sono di diversa natura e variano a seconda della gravità della patologia. I casi di impingement possono essere di tre gradi:
- edema ed emorragia: quando i danni sono provocati da traumi o iperattività. Di solito ne soffrono gli sportivi di età inferiore ai 25 anni;
- borsiti e tendiniti: in questi casi a risentirne sono, in particolare, gli uomini dai 25 ai 40 anni;
- tendinosi gravi e lesioni dei tessuti tendinei: questo stadio elevato della malattia colpisce in particolare uomini e donne della fascia over 50.
In generale, è bene rivolgersi a uno specialista quando cominciano a comparire alcuni tra questi sintomi, più o meno intensi, premonitori della patologia:
- dolore alla spalla e lungo il braccio;
- limitazione dei movimenti e delle funzionalità dell’arto;
- rigidità nell’esecuzione dei movimenti;
- dolore notturno in situazione di riposo e sonno difficoltoso;
- calore: non è raro trovare pazienti che percepiscono la spalla “calda”: questo nasce dalla reazione immunitaria presente sia a livello del liquido sinoviale sia perché c’è una sorta di attrito durante il movimento che genera calore.
- atrofia muscolo-tendinea.
- compensi e dolori in altri distretti: questo tipo di condizione, se non trattata adeguatamente in breve tempo, può portare ad una serie di compensi che, se non adeguatamente corretti, possono portare anche alla formazione di ulteriori dolori. Un esempio su tutti è il dolore al collo conseguente al dolore della spalla.
Anche nel caso in cui si accusino uno o più sintomi tra quelli elencati, per emettere una diagnosi certa di sindrome da impingement, è utile eseguire alcuni esami, quali il test di Neer, il test di Yocum e il test di Jobe. In seguito, potrà essere necessaria anche una risonanza magnetica, una TAC o un’ecografia al fine di valutare la gravità della situazione.
CURA:
La sindrome del conflitto subacromiale (o impingement della spalla) è una delle condizioni più frequenti tra gli specialisti di spalla.
In prima istanza il trattamento migliore per chi soffre di problemi alla spalla con tendiniti del muscolo sovraspinoso è quello conservativo attraverso terapia che può essere svolta nel seguente ordine:
- Di tipo antalgico: rivolta al dolore ed allo stato infiammatorio (e flogosi). Attraverso principalmente strumenti e macchinari, solitamente i più efficaci sono la tecar terapia ed il laser yag.
- Approccio manuale: con mobilizzazioni dolci di tipo articolare, tecniche osteopatiche rieducative per riportare il distretto gleno-omerale a lavorare in maniera corretta (es: scollamento di scapola, stretching e sblocco del muscolo piccolo pettorale e gran dorsale…)
- Kinesiotaping: per permettere di mantenere il lavoro svolto durante la sessione riabilitativa e permettere una miglior gestione del dolore e della motilità.
- Esercizi di riequilibrio e rinforzo muscolare: da eseguire solo in ultima fase, ossia quando il forte dolore e l’infiammazione sono praticamente scomparsi ed è migliorata la mobilità articolare.
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CHIRURGIA:
Un altro tipo di approccio inoltre è quello chirurgico che viene fatto dal medico ortopedico e consiste nel cercare di aumentare lo spazio entro cui passa il tendine: questo viene eseguito o attraverso una tecnica di resezione o smussamento dell’Acromion (la cui tecnica è chiamata Acromion-plastica) accompagnato o meno da una resezione anche dalla borsa sierosa all’interno dello spazio subacromiale. Questo tipo di approccio chirurgico viene suggerito inoltre anche in quei casi in cui il tendine, ormai completamente logorato, si è sfibrato e staccato dalla sua inserzione sull’omero e, se questo non viene rinsaldato con degli specifici ancoraggi, rischia di compromettere la funzionalità della spalla. Questo tipo di approccio logicamente varia da caso a caso ma, in linea generale, viene suggerito da parte dei medici ortopedici di eseguire un primo approccio conservativo per poi passare, in caso di insuccesso, alla via chirurgica.