News

Affanno e Reflusso Gastroesofageo: Una Relazione Nascosta

L’affanno, noto anche come dispnea, è una sensazione di difficoltà respiratoria che può influire significativamente sulla qualità della vita di chi ne soffre. Spesso, l’affanno è associato a problemi di natura psicologica come l’ansia, o respiratori come l’asma, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) o le malattie cardiache. Tuttavia, c’è una connessione meno conosciuta ma altrettanto importante tra l’affanno e il reflusso gastroesofageo (GERD).

Cosa è il Reflusso Gastroesofageo (GERD)?

Il reflusso gastroesofageo è una condizione in cui i contenuti acidi dello stomaco ritornano nell’esofago. Questo può causare sintomi come bruciore di stomaco, rigurgito acido e dolore al petto. Ma il GERD può anche avere sintomi meno evidenti, tra cui tosse cronica, raucedine e, sorprendentemente, l’affanno.

Il Collegamento tra Affanno e GERD

L’affanno può verificarsi in seguito al GERD a causa di vari meccanismi. Ecco come queste due condizioni sono collegate:

Irritazione dell’Esofago: Quando il contenuto acido dello stomaco refluisce nell’esofago, può causare irritazione e infiammazione dell’area. Questo può portare a una sensazione di costrizione o irritazione nella gola, che può essere erroneamente interpretata come affanno.

Aspirazione di Acido: In alcuni casi, il reflusso acido può salire fino alle vie aeree, irritando i polmoni e causando tosse e difficoltà respiratorie.

Spasmi dell’Esofago: Il reflusso gastroesofageo può causare spasmi nell’esofago, che possono rendere la deglutizione difficile e provocare sensazioni di affanno.

Posizione Supina: Molte persone sperimentano sintomi di GERD quando sono sdraiate. Questo può causare un peggioramento dei sintomi durante il sonno, causando affanno notturno.

Gestione e Trattamento:

Se sospetti una connessione tra il tuo affanno e il reflusso gastroesofageo, è importante consultare un medico per una valutazione accurata. Il trattamento dell’affanno associato al GERD di solito comporta la gestione del GERD stesso. Ecco alcune misure che possono aiutare:

  1. Cambiamenti nella Dieta: Riduci il consumo di cibi piccanti, grassi, cioccolato, caffè e alcol, che possono scatenare il reflusso acido. Mangia pasti più piccoli e più frequenti.
  2. Sollevare la Testa del Letto: Dormire con la testa del letto sollevata di alcuni centimetri può aiutare a prevenire il reflusso notturno.
  3. Fare esercizi respiratori: estremamente utili per mantenere l’elasticità dei muscoli respiratori, soprattutto il diaframma sotto il quale poggia proprio lo stomaco.
  4. Farmaci: Il tuo medico potrebbe prescrivere farmaci per ridurre l’acidità dello stomaco o per migliorare la motilità dell’esofago.
  5. Cambiamenti nello Stile di Vita: Perdere peso, smettere di fumare e ridurre lo stress possono contribuire a migliorare i sintomi.
  6. Chirurgia: In casi gravi o quando il trattamento conservativo non è efficace, il medico potrebbe raccomandare la chirurgia per prevenire il reflusso.

Conclusioni:

La relazione tra l’affanno e il reflusso gastroesofageo è spesso trascurata, ma può essere significativa. È importante consultare un medico se sospetti che il GERD stia contribuendo ai tuoi sintomi di affanno, ma allo stesso tempo è fondamentale lavorare tramite un approccio preventivo. Una gestione adeguata del GERD può migliorare notevolmente la qualità della vita e aiutarti a respirare più facilmente.

IL FONDAMENTALE RUOLO DELLA RESPIRAZIONE

VIRNA BADINI OSTEOPATA BOLOGNA

“Per mezzo mio vivete e per mezzo mio morite.
Nelle mani ho potere di vita e di morte.
Imparate a conoscermi e siate felici”

Così Andrew Taylor Still, padre dell’Osteopatia, dava voce e pensiero al diaframma, muscolo protagonista nella respirazione.

Beautiful woman enjoying fresh air

La respirazione copre un ruolo fondamentale non solo nella storia della nostra specie, ma anche per la vita dell’essere umano come individuo, fin dal momento stesso della nascita, quando siamo chiamati ad immettere ossigeno nell’organismo utilizzando per la prima volta l’apparato respiratorio e non più il cordone ombelicale. L’atto di respirare ha il delicato incarico di occuparsi dell’approvvigionamento di ossigeno per tutte le cellule del corpo, che lo richiedono a gran voce per poter attuare i loro processi metabolici, assicurandoci la sopravvivenza, istante dopo istante.

La respirazione, gioca un ruolo fondamentale anche nell’equilibrio psico-fisico di ogni essere vivente. L’utilizzo di opportuni esercizi rappresenta uno strumento…

View original post 705 altre parole

ESERCIZI DI CORE STABILTY: PERCHE’ TUTTI DOVREMMO FARLI

CORE STABILITY: DI COSA SI TRATTA

Il termine core fa riferimento al centro o al nucleo del corpo e comprende l’insieme dei muscoli profondi, responsabili della postura, che si trovano tra le costole e il bacino, attorno alla colonna vertebrale (addominali, muscoli pelvici e della schiena). Sono il centro dell’energia del corpo e lo aiutano ad essere più stabile.

Invece la core stability o stabilità del core è l’insieme degli esercizi volti a migliorare la propriocezione e il tono delle strutture che compongono il core.

Avere un core tonico può migliorare le performance dello sportivo. Inoltre, gli esercizi per la core stability sono spesso usati nella terapia per il mal di schiena e protezione e sostegno della colonna vertebrale. Sono esercizi posturali preventivi ed anche riabilitativi a tutti gli effetti!

Praticandoli con costanza, questi esercizi di core stability rinforzano e stabilizzano la schiena, tonificano tutta la cintura addominale, proteggendo quindi la colonna lombare. Rendendoci più preparati, pronti e consapevoli nei movimenti, sopperendo quindi a sforzi e posture scorrette nella nostra vita quotidiana.

Un utilizzo errato della core stability induce a problematiche di varia natura alla schiena, quest’ultima particolarmente vulnerabile e predisposta a degenerazioni in corrispondenza di movimenti irruenti e sbagliati.

CORE: DI QUALI MUSCOLI SI COMPONE

L’area del tronco è delimitata in alto dal diaframma, e in basso dal pavimento pelvico (due grosse ed importanti aree muscolari trasversali). Invece, anteriormente e lateralmente, abbiamo la fascia addominale (principalmente retto dell’addome e il trasverso). Mentre posteriormente, il quadrato dei lombi e i muscoli profondi della colonna vertebrale.

I muscoli profondi che si attivano con gli esercizi di core stability sono:

Anterioremente:

  • Addominali obliqui
  • Trasverso addominale

Posteriormente:

  • Lombari
  • Grande e Medio gluteo
  • Dorsali
  • Muscoli Paravertebrali ed Erettori spinali

PERCHEE’ IMPORTANTE ALLENARE IL CORE:

La core stability ha una grande rilevanza nella vita quotidiana, apporta numerosi vantaggi a chi la adotta. L’importanza principale è riscontrabile nell’alleviamento del mal di schiena, cioè tutte quelle problematiche legate alla parte posteriore del corpo, particolarmente soggette al carico di muscoli e ossa.

Migliora la postura:

Riduce il mal di schiena proteggendo la colonna vertebrale: gli esercizi di core stability sono utilizzati anche a fini terapeutici perché i numerosi esercizi previsti aiutano a combattere il mal di schiena cronico e i dolori lombari, cervicali o articolari.

Aumenta la nostra consapevolezza nei movimenti e gesti quotidiani (propriocettività):

L’esecuzione di un movimento fatto in modo consapevole previene numerosi traumi da sforzo o gesto brusco ed incontrollato.

Migliora le performance sportive e ne riduce il rischio infortuni:

Uno dei benefici da non sottovalutare assolutamente risiede nel mantenere una performance sportiva all’altezza, dovuto al miglioramento graduale della flessibilità. I muscoli necessitano di allenamenti specifici per garantire le massime performance, la core stability riduce al minimo i potenziali infortuni muscolari, offrendo al soggetto una pianificazione più oculata del suo allenamento. Tantissimi sportivi utilizzano la core stability per migliorare le loro prestazioni fisiche durante l’anno.

Tonifica il pavimento pelvico e la parete addominale (con effetto pancia piatta):

Molto utile laddove sono presenti prolassi o lassità pelviche e diastasi addominali post parto (partendo però inizialmente con gli esercizi ipopressivi di vacuum addominale). Il centro del corpo, ovvero la pancia, viene sollecitato in tutti gli esercizi grazie al lavoro degli addominali profondi, in particolare del muscolo trasverso.

ERRORI DA EVITARE DURANTE L’ESECUZIONE DEGLI ESERCIZI DI CORE STABILITY:

Velocità di esecuzione: la lentezza nell’esecuzione è l’arma vincente. Qui la velocità non serve a nulla. La riuscita di un esercizio, soprattutto della core stability, passa attraverso l’esecuzione perfetta dei movimenti. Uno spostamento lento è sicuramente una condizione migliore per i muscoli che stanno risvegliandosi, condizione che può essere velocizzata quando si è completamente attivi. La parola chiave è lentezza ed armonia dei gesti.

E’ prevista una gradualità di lavoro in base al livello di allenamento: si parte con degli esercizi più statici (per principianti) oppure con esercizi dinamici, se sei allenato. Non avere foga di volere fare troppo fin da subito. Soprattutto se sei poco allenato o soffri di mal di schiena: ogni esercizio statico deve essere mantenuto per un tempo che va da 10 a 30 secondi massimo, per 3 o 4 serie. Il tempo di tenuta statica si prolungherà gradualmente in base al livello di allenamento e di gestione del dolore. Invece negli esercizi dinamici si lavora con 6/8 ripetizioni per esercizio.

La respirazione ha un ruolo fondamentale durante l’esecuzione: non rimanere mai in apnea! Inspira dal naso ed espira dalla bocca mantenendo sempre un tono di base addominale (ovvero la pancia sempre un pò richiamata indentro per lavorare col trasverso addominale).

Rilassamento addominale: non rimanere mai con l’addome rilassato, come detto prima mantieni sempre un minimo tono di base del trasverso dell’addome tenendo la pancia sempre un pò risucchiata in dentro, questo serve a proteggere la colonna lombare e mantenere il bacino in leggera retrovesione.

Allineamento dei vari segmenti della colonna vertebrale: quando si eseguono gli esercizi ricordati di scannerizzare ogni parte del tuo corpo allineando i vari segmenti in modo da mantenere sempre la colonna vertebrale in linea retta, quindi anche la testa deve sempre essere dritta, la curva cervicale in asse, bisogna sempre immaginare che idealmente ci sia un filo che esce dall’apice del nostro capo e venga sempre un pò tirato verso l’alto. Quindi attenzione a non insaccarti.

ESERCIZI DI CORE STABILITY LIVELLO BASE

REFLUSSO GASTROESOFAGEO: SINTOMI, CAUSE, PREVENZIONE

La malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) consiste nella risalita involontaria e frequente di materiale acido dallo stomaco all’esofago; i succhi gastrici, venendo così a contatto con la parete dell’esofago provocano rigurgito acido in bocca e un intenso bruciore retrosternale. 

La risalita di materiale acido dallo stomaco all’esofago è un evento fisiologico durante la giornata e si verifica maggiormente dopo i pasti o in seguito al consumo di bevande gassate e pasti eccessivi (forma occasionale di reflusso).

Quando invece la frequenza degli episodi si ripete con continuità (almeno una volta a settimana), si parla di vera e propria malattia da reflusso gastroesofageo.

Il reflusso gastroesofageo è molto comune in tutto il mondo ed ha dai picchi di acutizzazione ai cambi di stagione, soprattutto in primavera.

Secondo le statistiche in Italia sarebbe il 30% della popolazione a soffrire della malattia da reflusso gastroesofageo, mentre più in generale, nei paesi occidentali riguarderebbe il 20-40% della popolazione. Non sembra esserci differenza tra i due sessi.

SINTOMI:

possono presentarsi in modo continuo o intermittente durante la giornata; in quest’ultimo caso i momenti più frequenti sono in genere al risveglio, dopo i pasti, dopo sforzi fisici o durante la notte.

La sintomatologia inoltre, può essere legata anche ad altri fattori, come ad esempio la posizione del corpo (posizione sdraiata o piegata in avanti). I sintomi tipici della malattia sono:

  • Bruciore (pirosi) retrosternale: si irradia dalla parte bassa dello stomaco fino a torace e gola; questo sintomo può comparire o peggiorare in corrispondenza di specifici momenti della giornata
  • Rigurgito acido e amaro in bocca
  • Disfagia

Ulteriori sintomi che possono presentarsi sono: difficoltà di deglutizione, sensazione di nodo in gola, nausea, difficoltà digestive, tosse, raucedine, laringite o faringite, abbassamento della voce, asma, insonnia, otite, alitosi.

CAUSE:

La problematica è dovuta a malfunzionamenti del cardias, ossia lo sfintere esofageo inferiore che in condizioni normali permette il passaggio del cibo verso lo stomaco e ne impedisce il reflusso (tranne che in caso di vomito) in senso inverso. Quando però la corretta funzione del cardias viene meno, c’è la risalita di materiale acido nell’esofago e quindi l’insorgenza dei sintomi caratteristici del reflusso.

Oppure come conseguenza di disbiosi intestinali (sia di tenue che di colon), ossia alterazioni dell’equilibrio della flora batterica (microbiota) con manifestazioni infiammatorie di un po’ tutto il tratto digerente.

Il malfunzionamento del cardias e/o l’alterazione del microbiota posso essere causati da diversi fattori:

  • Abitudini alimentari poco salutari: consumo di quantità eccessive di cibo, caffè, alimenti grassi, cioccolata e assunzione frequente di bevande gassate.
  • Assunzione per lunghi periodi di alcuni medicinali: antibiotici, FANS, antidepressivi, calcio-antagonisti, progestina.
  • Stress: il nostro stomaco è come un “secondo cervello” e di conseguenza risente dei cambiamenti psicofisici causati da questa condizione. Letteralmente può essere qualcosa che non abbiamo digerito (un’evento o episodio spiacevole o shoccante).
  • Obesità: l’eccessiva presenza di grasso addominale aumenta la pressione sullo stomaco facilitando la risalita di materiale gastrico in esofago.
  • Presenza di ernia iatale: il normale funzionamento dello sfintere esofageo è alterato a causa del suo spostamento al di sopra del diaframma; in questa patologia infatti, una parte dello stomaco fuoriesce dalla sua sede naturale e spinge il cardias verso l’alto, che aprendosi provoca la risalita di materiale gastrico in esofago.
  • Fumo di sigaretta e alcol: la nicotina stimola la secrezione acida, rallenta lo svuotamento dello stomaco e compromette la tenuta dello sfintere esofageo; l’alcol invece irrita la mucosa dell’esofago facilitando il reflusso.
  • Gravidanza: il feto fa pressione sullo stomaco della mamma facilitando la risalita di materiale gastrico in esofago.

IMPORTANZA DELL’ALIMENTAZIONE:

E’ molto importante rivolgersi ad un nutrizionista esperto, però comunque in questo articolo ti esporrò alcune indicazioni base relative ad un’alimentazione antinfiammatoria, soprattutto se sei già in fase acuta, almeno da cercare di alleggerire l’apparato digestivo nell’immediato:

1) Ridurre le proteine animali a favore di quelle vegetali (soprattutto la carne rossa e latticini)

2) Ridurre i carboidrati vuoti, cioè privi di fibra, perché anch’essi pro infiammatori (pane, pasta, lieviti glutine raffinati), preferendo altri cereali quali (farro, orzo, riso rosso, quinoa).

3) Verdura, frutta (prevalentemente la mattina), frutta secca,le bacche, le radici.

4) Eliminare tutti i grassi idrogenati, lavorati industrialmente, fritti ed insaccati.

5) Tutti i cibi conservati, con additivi chimici aumentano la permeabilità intestinale, per cui fare molta attenzione, molto meglio cibi freschi.

6) Incrementare invece i grassi vegetali, come quelli contenuti nella frutta secca e nell’olio extravergine di oliva (controlla bene sulla marca dell’olio che sia prodotto in Italia e non in UE). Perché ricchi di omega 3, polifenoli e vit del gruppo B, E, C.

7) Integrare con Vit C e D.

8) Inoltre puoi sfiammare la mucosa intestinale con rimedi naturali come ad esempio il succo di aloe bevuto prima del pasto, o anche semplicemente una tazza di acqua calda bevuta prima dei pasti, melissa e camomilla in tisana dopo i pasti. La melissa, placa gli spasmi, regola la produzione di succhi gastrici e normalizza il transito, donando un leggero effetto di rilassamento; mentre la camomilla, con le sue proprietà calmanti, aiuta a contenere i sintomi spiacevoli di una cattiva digestione soprattutto in caso di pasti troppo pesanti.

9) E’ fondamentale riequilibrare la flora batterica facendo dei cicli con probiotici e prebiotici per almeno tre o quattro mesi (bifidobatterio e lactobacillo), assumendoli entrambi.

10) Non è solo ciò che mangio ma COME MANGIO: pasti frugali, masticazione rapida – magari mentre faccio una telefonata e parlo – mi impediscono di sminuzzare i bocconi a dovere, ingurgitandoli interi. Questo causerà maggiori difficoltà a digerirli, con maggior produzione di succhi gastrici. Inoltre, masticando veloce, o anche mentre parlo al tel per fare un esempio, fa sì che venga ingurgitata anche una gran quantità di aria, che chiaramente formerà delle bolle nello stomaco ed intestino. Se poi ci aggiungiamo un rapido rientro in ufficio, per stare seduto tutto il giorno alla scrivania, quindi fermi, con tutto il peso sullo stomaco ed in una posizione di chiusura dell’area gastrica, si vengono a creare tutte le condizioni sfavorevoli per sviluppare gonfiori e dolori. 

UNA PICCOLA PARENTESI SUI GASTROPROTETTORI:

Vorrei concludere aprendo una piccola parentesi sui farmaci gastroprotettori (o inibitori della pompa protonica). L’OMS suggerisce vivamente di evitare di somministrare ai pazienti terapie oltre le sei settimane consecutive.

Ergo: è inutile prendere gastroprotettori a vita, se poi ci si continua ad alimentare in modo sbagliato e senza cercare di riequilibrare la flora batterica, sfiammando le strutture dall’interno. Soprattutto perché, alla lunga, anche gli inibitori di pompa protonica, creano diversi effetti collaterali, tra i quali:

  1. riduzioni delle secrezioni acide e gastriche
  2. inibizione di gran parte del processo digestivo delle proteine (per forte riduzione dell’acido cloridrico)
  3. il trattamento cronico con il prazolo riduce l’assorbimento della Vit. B12 (= anemia).
  4. incremento dei livelli ormonali di gastrina a livello ematico (= incremento del rischio di iperplasia gastrica)
  5. sviluppo di metaplasia (abbassandosi drasticamente l’acidità gastrica, all’interno dell’antro pilorico abbiamo la formazione di un tessuto molto simile a quello dell’intestino). La metaplasia è dunque un adattamento all’ambiente mutato. In questo caso ad una diminuzione di acidità. Ma la metaplasia costituisce anche l’ultimo passaggio che precede la neoplasia.

http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=33651

https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26177572/

POSTURA ED EMOZIONI

🍀“la società non si occupa di comprendere la vita emotiva, eppure ogni nostro movimento, ogni nostro suono, racconta la nostra vita emotiva” Sue Gerhardt🍀

🔍In molti si chiedono quanto emozioni e postura siano correlate. Gli studi che ne trattano sono svariati e affrontano in maniera bidirezionale come una possa incidere sull’altra.

👉Già negli anni ’50 Francoise Mezieres parlava del rapporto tra postura ed emozioni e quanto l’una incidesse sull’altra.

👉Wilhelm Reich ha parlato di blocchi muscolari che trattengono le emozioni e i suoi studi sono stati approfonditi dalla psicosomatica (cito Alexander Lowen) e dalla psicoterapia che non è a conoscenza delle proporzioni del corpo e degli studi di Francoise Mezieres. “Un corpo si irrigidisce per mancanza di comunicazione e con questa rigidità non riesce più a godere e a provare il piacere del contatto, il nutrimento di un abbraccio, e dopo poco non desidera più, sente solo il corpo che fa male”.

🔴Postura ed emozioni: come incidono l’una sull’altra❓

🔍Dagli studi è emerso come ci sia una stretta correlazione tra l’atteggiamento posturale e le emozioni, nel rapporto mente corpo, i possibili stati emotivi e condizioni psicologiche che tutti noi possiamo attraversare.

👉Una corrente contemporanea è l’embodied cognition che afferma (e conferma) che il rapporto tra mente e corpo è bidirezionale: la nostra mente influenza il modo in cui il corpo reagisce e, allo stesso tempo, la “forma” del nostro corpo (anche la postura che assumiamo) attiva la nostra mente.

🔴Faccio un’esempio.

🙁Se ci sentiamo depressi e poco vitali tendiamo a respirare meno, probabilmente a mangiare di più (fattori biochimici), a fare meno movimento e a diventare più sedentari (fattori strutturali).

🙁Questo a lungo andare modificherà la postura, che diventerà gradualmente “molle” e “pigra”, caratterizzata da torace incassato e spalle chiuse verso l’interno.

🙁Questa postura, a sua volta, non farà altro che spegnerne gradualmente le energie e la vitalità, sedimentando in questo modo lo stato psico-fisico.

😁Invece se ci sentiamo efficienti, orgogliosi di noi stessi, tendiamo a sentirci più energici, più predisposti all’agire che al sentire.

😁Di conseguenza la respirazione diventerà più regolare e garantirà il giusto apporto di ossigeno all’organismo, rendendolo ancora più vitale ed energico.

😁La postura, a lungo andare, diverrà solida, ben strutturata e radicata, caratterizzata da torace gonfio (grazie a un’ampia respirazione toracica), spalle aperte e schiena dritta. Un ruolo fondamentale spetta, come abbiamo visto, ALLA RESPIRAZIONE.🌬🌬🌬

👉Wilelm Reich aveva individuato una correlazione tra respirazione, emozioni e postura. Secondo Reich a un’inibizione della reattività emozionale corrisponde un blocco inconscio nella respirazione, e di conseguenza una diversa configurazione di torace e addome.

🔍Questo ha una spiegazione scientifica. Limitando la propria assunzione di ossigeno, il corpo rallenta i processi metabolici deprimendo il proprio livello energetico e spegnendo le passioni. Limitare la respirazione riduce la naturale mobilità del corpo favorendo la formazione di tensioni muscolari.

🔍Infatti se i movimenti respiratori, che costituiscono la matrice dell’espressione emozionale, vengono bloccati a causa di condizioni emotive alterate, diventano tensioni muscolari croniche. Queste tensioni possono collocarsi a vari livelli (gola, torace, addome e bacino, spalle, viso, mascella, braccia, gambe, piedi, mani…)

🔴 Dunque, le tensioni muscolari, possono essere espressioni di tensioni emotive represse, che se non trattate portano a una tensione cronica dell’intera fascia muscolare. Viceversa, tensioni muscolari croniche, a lungo termine, influenzano e stabilizzano l’emotività della persona.

🔴 TENSIONI NELLA GOLA:

🔎Le tensioni a livello della gola sono il risultato dell’inibizione dell’espressione vocale. Possono costituire un’inconscia repressione degli impulsi a piangere, urlare ed “alzare la voce”. Probabilmente, chi presenta questo blocco, da piccolo, si è trovato a dover reprimere il bisogno di dire qualcosa, arrabbiarsi, piangere.

👉Il MUSCOLO OMOIOIDEO ha un ruolo interessante. Si inserisce sull’osso ioide e sulla parte superiore della scapola. Nella gola c’è un osso chiamato ioide. Non si articola con nessun altro osso, ma si appoggia su una cartilagine. E’ quindi completamente mobile e i muscoli possono spostarlo con facilità. Qui si inserisce appunto l’omoioideo, se rigido e corto porta l’osso ioide indietro, spostando anche la posizione dei muscoli della lingua che si attaccano nella stessa area. Quando l’omoioideo è libero lascia libero il collo dalla scapola, la gola ha spazio, la lingua ha un movimento sciolto, il cibo si deglutisce meglio, le parole hanno la libertà di uscire, le nostre emozioni non sono trattenute.

👉L’omoioideo contratto non ci permette di piangere con i singhiozzi, di inghiottire pastiglie, perché toglie scioltezza ai muscoli della lingua: il movimento della lingua non è libero come non lo sono il linguaggio, il canto, il nutrimento. Lavorare l’omoioideo della scapola lo allunga, dando la possibilità all’osso ioide di non spostarsi indietro e di non tirare i muscoli della lingua.

🗣🗣🗣Nel linguaggio comune si usa dire “ho un nodo alla gola”, “ho un groppo in gola”, “ho dovuto tapparmi la bocca più volte”, “ho dovuto mordermi la lingua per non parlare”.

🔴 TENSIONI ALLA NUCA E SPALLE:

🔎Nei suoi studi sul linguaggio del corpo Alexander Lowen affermava che una nuca rigida mostra una persona superba. In realtà una persona con la nuca rigida è stata costretta ad irrigidirsi, a difendersi. Una nuca rigida ci parla di una persona ferita e spaventata.

👉La nuca contratta è un TRAPEZIO contratto e il trapezio, nella sua fascia superiore, va dalla nuca alla spalla, se contratto avvicina la spalla alla nuca e porta in fuori la 3° costa, con conseguenti spalle strette, gomito valgo, a volte tensione che si propaga fino alle dita delle mani.

👉Le spalle strette ed alzate, oltre a diminuire la libertà di movimento delle spalle stesse, con questa forma stringono il torace non dando la possibilità al diaframma di fare il proprio lavoro. Riducendo ancora un volta la liberà ed ampiezza del respiro.

🗣🗣🗣Nel linguaggio comune si dice “finalmente ha alzato la cresta”, “sono andato via a testa alta”, “mi porto il peso del mondo sulle spalle”.

🔴 TENSIONI NEL TORACE:

🔎Il torace può assumere diverse conformazioni. In alcuni casi è scarico e incassato. Si associa a spalle curve e braccia poco toniche. Questa conformazione si associa a una minore capacità di protendersi con le braccia. Può derivare da esperienze in cui sono stati inconsciamente anestetizzati i bisogni d’amore. Nella prima infanzia, infatti, il bisogno d’amore viene manifestato, appunto, con il protendere le braccia o con il pianto. Se il bambino, però, continua a protendersi verso il genitore, senza essere preso o abbracciato andrà incontro a delusione e rassegnazione. Di conseguenza, a livello, inconscio reprimerà la manifestazione del bisogno d’amore. Invece a livello corporeo, gli cadranno letteralmente le braccia. E tutta la parte alta del corpo (spalle torace e braccia) diventeranno poco sviluppate e poco toniche.

👉Parlando di torace non si può non prendere in considerazione i muscoli SCALENI (accessori alla respirazione) ed il DIAFRAMMA (respiratorio per eccellenza).

👉Gli scaleni uniscono la parte laterale del collo alle coste del torace e intervengono nella respirazione. Se contratti torace e collo non sono liberi l’uno dall’altro. Quando la contrattura di questi muscoli è molto forte costringe il capo a sporgersi in avanti, come nell’atteggiamento dell’inchino. Gli scaleni partecipando anche alla respirazione, insieme al diaframma ed ai muscoli intercostali, se rigidi non favoriscono per nulla la respirazione. Con la testa e le spalle fuori asse e la respirazione poco ampia abbiamo più difficoltà nella comunicazione con gli altri.

👉Il diaframma chiude la base del nostro torace, è un muscolo a forma di cupola, con al centro dei fori all’interno dei quali passa l’esofago, l’aorta, la vana cava ascendente, il nervo vago. E’ il più grande muscolo respiratorio e contraendosi e rilassandosi fa aumentare il volume del torace o lo diminuisce. Si inserisce lateralmente lungo tutta l’arcata costale sulla superficie interna del corpo delle ultime sei coste e delle relative cartilagini costali. I pilastri del diaframma si inseriscono sul corpo delle prime vertebre lombari. Passando l’esofago al suo interno, con un funzionamento non corretto delle fibre muscolari del diaframma, si posso creare, come conseguenza problemi gastroesofagei.

🗣🗣🗣Nel linguaggio comune quante volte avete detto “questo proprio non mi va giù”, “ho le farfalle nello stomaco”, “la discussione di ieri non l’ho digerita”, “ho sentito un colpo al cuore”, “ho il cuore infranto”, “mi manca il fiato”, “mi togli il fiato”…

🔴 TENSIONI NELLA PANCIA:

🔎La pancia è la sede dell’INTESTINO, ormai definito il “secondo cervello”. L’intestino è, dopo il cervello, la sede più importante delle emozioni: qui infatti vengono fissate le emozioni legate ai ricordi. Possiamo dire che il cervello ricorda più gli eventi emotivi, l’intestino invece trattiene le emozioni viscerali vissute durante gli eventi. L’intestino ha un ruolo importante nel regolare la gioia e il dolore. Infatti, produce il 95% della serotonina, il neurotrasmettitore del benessere.

👉Chi presenta tensioni alla pancia, molto spesso soffre di colon irritabile. Una tensione a livello intestinale può essere sintomo di emozioni trattenute e “non digerite”. Probabilmente chi ne soffre, da bambino ha vissuto situazioni molto stressanti o caratterizzate da ansia, senza avere modo di scaricarle all’esterno.

🔴 TENSIONI NEL BACINO:

🔎Il bacino è la sede degli impulsi sessuali. Secondo Alexander Lowen, la tensione nel PAVIMENTO PELVICO esprime la paura inconscia che lasciandosi andare avvenga la perdita del controllo sfinterico.

👉C’è tensione nel bacino se questo si presenta troppo spinto in avanti o troppo spinto indietro.

👉Quando il bacino è spinto più indietro rispetto all’addome, c’è un contenimento degli impulsi sessuali. Questo può derivare da una paura inconscia nel lasciarsi andare alle sensazioni di piacere, probabilmente a causa di un’educazione rigida riguardo alla sessualità.

👉Se invece il bacino è esageratamente spinto in avanti la schiena è curva. In questo caso vuol dire che c’è un controllo eccessivo dello sfintere anale. Anche in questo caso, l’origine può essere cercata nell’educazione o in antichi sentimenti di vergogna associati al controllo degli sfinteri.

🗣🗣🗣 Anche in questo caso nel linguaggio comune si dice “me la faccio sotto dalla paura”, “scappare con la coda tra le gambe”, “potresti lasciarti andare ogni tanto, te ne stai sempre lì a chiappe strette!”.

🌱Dunque, le tensioni muscolari, possono essere espressioni di tensioni emotive represse, che se non trattate portano a una tensione cronica dell’intera fascia muscolare. Viceversa, tensioni muscolari croniche, a lungo termine, influenzano e stabilizzano l’emotività della persona.🌱

🟡 COSA FARE❓

1️⃣Innanzitutto è importante avere consapevolezza della nostra postura del corpo mediante l’auto osservazione. Questo principio va altrettanto applicato all’auto-osservazione delle proprie emozioni capendo quali sono le emozioni che si provano.👁👁👁

2️⃣Successivamente esercizi di respirazione e piccole pratiche quotidiane per porre attenzione alla propria postura sono indispensabili. 🌬🌬🌬

3️⃣Generalmente si consiglia anche di praticare sport che incidono sull’allungamento della spina dorsale e dei muscoli del torace e della schiena come yoga, pilates e nuoto.🏊‍♀️🏊‍♀️🧘‍♀️🧘‍♀️

4️⃣Oltre a queste pratiche e azioni che ognuno può fare da sé a casa, si consiglia di rivolgersi ad un professionista per una valutazione ed una eventuale consulenza psicologica.🗣👂👩‍⚕️

5️⃣Il 5° passo consiste nel RICONOSCERE E IDENTIFICARE LE EMOZIONI. (Le emozioni base sono gioia, tristezza, paura, disgusto, sorpresa, rabbia, disprezzo). Sembra una banalità, ma molte persone di fronte alla domanda “che emozione provi” rispondono con un episodio concreto o con una metafora.👍👀

🌱Alla fine di un lavoro posturale (tramite esercizi o anche trattamento manuale osteopatico) il miglior modo per fissare i risultati ottenuti (integrandoli meglio nel sistema nervoso centrale) è tramite:

✔️Un ascolto percettivo del proprio corpo (spesso infatti nella posturale si fanno sempre degli ascolti volti al riporre l’attenzione alle varie parti del corpo prima, durante ed alla fine della seduta).

✔️La verbalizzazione (parlare col terapista o condividere col gruppo come ci si sente sia fisicamente che emotivamente aiuta ad integrare ulteriormente nel nostro cervello ciò che è avvenuto, a renderlo più reale e tangibile, semplicemente raccontandolo).

✔️Il movimento (i test di movimento come “verifica motoria” prima, durante ed alla fine della seduta).

✔️Il contatto (che può essere il contatto con parti di noi o il contatto in relazione col terapeuta o con un compagno di lavoro). Riconoscere le proprie emozioni è una forma di riconoscimento della propria persona, aiuta ad essere più in contatto con se stessi e con il proprio corpo, e previene la somatizzazione a livello corporeo.

SISTEMA FASCIALE E POSTURA

🍀Quando una parte del corpo è in difficoltà, l’intero corpo perde l’equilibrio”. Dr.ssa Ida Rolf 🍀

Nel precedente post sulla postura abbiamo accennato al fatto che il muscolo è solo una “manovra” al servizio dell’organizzazione generale, cioè al servizio delle fasce. 🧐

🔴 MA COS’E’ LA FASCIA❓

La fascia viene considerata come il connettivo che unisce le strutture del nostro corpo. Essa è presente in ogni parte del nostro corpo: muscoli, visceri, organi, sistema nervoso, vasi sanguigni e molte altre. Senza di essa il nostro corpo collasserebbe, infatti la fascia funge da contenitore, stabilizzatore e sostegno per tutto il nostro corpo organi compresi.

📌 La fascia ha diverse funzioni:

1️⃣ Fornisce la struttura tensile o elastica dell’intero corpo,

2️⃣ Mantiene in posizione diversi organi,

3️⃣ Consente il movimento degli organi poiché il corpo non è del tutto statico.

💡💡💡Puoi pensare alla fascia come a una rete elastica che corre lungo tutto il tuo corpo che lega tutto insieme e che può “scorrere e scivolare” contro se stessa per consentire un movimento confortevole.

🍊🍊🍊Pensa ad una arancia e a tutte le parti bianche che la compongono: ce ne sono sotto la buccia, al centro, avvolte attorno agli spicchi e anche all’interno dei singoli spicchi, anche se non sono più visibili a occhio nudo. L’arancia senza pellicina bianca non avrebbe la forma sferica che ha, ma sarebbe una piccola pozzanghera di spremuta, liquida e senza forma.

🔴 COLLEGAMENTO TRA FASCIA E POSTURA:

👉Quando noi compiamo un gesto ripetutamente nel tempo che sia un gesto tecnico per uno sport o che sia una posizione che dobbiamo continuamente assumere per comodità esso diventerà abitudine. Essa per poter essere mantenuta richiede determinate posture che si instaureranno nel cervelletto e nel tronco cerebrale e saranno pertanto meno controllate dalla nostra volontà. A lungo andare si sedimenterà nel nostro “set” neurologico questo comportamento diventando così un compenso strutturale. Molto spesso non ce ne accorgiamo ma molte rigidità e dolori sono dovute proprio all’alterazione della fascia che si è adattata al nostro compenso posturale che sia esso di natura psicologica, emozionale o fisica.

💡💡💡Immagina di indossare una maglietta un po’ piccola: se la tiri in avanti per coprirti la pancia salirà sulla schiena. Se dietro la infili nei pantaloni, davanti ti scoprirai la pancia. La soluzione non è certo comprimerti su te stesso per diventare più piccolo! Va cambiata la maglietta! La bella notizia è che è possibile modificare la maglietta (la nostra fascia) tramite l’allenamento e renderla elastica come le moderne magliette tecniche ultra performanti che usano gli sportivi! 👕👕👕

👉Quindi, quando le guaine fasciali intorno ai muscoli sono limitate, troverai difficile e doloroso muoversi. I tuoi muscoli sono, in effetti, aggrovigliati e trattenuti dalla loro rete fasciale. I tessuti del tuo corpo possono anche diventare disidratati, il che contribuisce a movimenti difficili e dolore.

👉Con il rilascio fasciale, il movimento dei tuoi tessuti migliorerà e riceveranno nuovamente un’idratazione sufficiente.

🔴 BENEFICI DEL RILASCIO FASCIALE:

🩺Lo stretching passivo e la spinta sul tessuto della fascia tra le ossa con il foam roller o una palla, o l’oscillazione di una regione muscolare interessata possono aumentare la mobilità per un po’di tempo alleviando il dolore.

🧠Un rilascio fasciale può anche avere un impatto sul tuo sistema nervoso. Il tuo sistema nervoso centrale controlla la rigidità dei tuoi muscoli. Poiché la tua rete fasciale è ricca di terminazioni nervose sensoriali, puoi consentire al tuo sistema nervoso di rilasciare la tensione premendo o rotolando delicatamente sulla fascia.

🦶Non sono necessari più di cinque minuti di massaggio fasciale al giorno per aumentare il range di movimento e alleviare il dolore. Il posto migliore per iniziare con gli esercizi di rilascio della fascia è DAI TUOI PIEDI, poiché sono uno degli organi più sofisticati del tuo corpo e cruciali per migliorare la salute delle articolazioni.

🦶Nella pianta dei tuoi piedi c’è la fascia plantare, che assorbe e distribuisce l’impatto ogni volta che fai un passo. Se sei fermo, la fascia plantare distribuirà il tuo peso a tutte le parti portanti dei tuoi piedi. Questa fascia ha connessioni fibrose alle guaine fasciali dei muscoli del polpaccio, dei muscoli posteriori della coscia, dei glutei, della parte bassa della schiena e del cranio attraverso i tendini di Achille.🦵

🧘‍♀️🧘‍♀️🧘‍♀️Se ti prendi cura della guaina fasciale sotto i tuoi piedi, puoi alleviare il dolore e le restrizioni muscolari fino al collo. Dopo esserti preso cura dei tuoi piedi, puoi trattare la fascia laterale delle cosce (TFL) per il rilascio fasciale per migliorare la circolazione sanguigna.

🧘‍♀️🧘‍♀️🧘‍♀️Lo stretching fasciale invece è fondamentale che sia estremamente lento, con posizioni statiche, mantenute anche per 5/6 minuti, respirando lentamente e profondamente. La risposta fasciale all’allungamento è lenta, per cui bisogna lasciare il giusto tempo alle strutture di cedere gradualmente e naturalmente.

🔍🔍🔍Ecco spiegato in modo scientifico perché durante le lezioni di ginnastica posturale usiamo molto il supporto di palline, della respirazione lenta e profonda e di esercizi di stretching lenti e prolungati.

Qui trovi anche il video dell’automassaggio col foam roller 👉

LEGGI E PRINCIPI CHE GOVERNANO LA POSTURA-PARTE II:

Il corpo obbedisce a tre leggi:

1️⃣ legge dell’equilibrio.

2️⃣ legge dell’economia.

3️⃣ legge del confort (assenza di dolore).

👉La prima legge alla quale il corpo risponde è il mantenimento dell’equilibrio, relativo ad ogni dimensione: alimentare, biochimica, ormonale, neurologica, psicologica, viscerale.

👉Le soluzioni che adotta per conservare un suo equilibrio sono il più economiche possibile, ossia cercando il minor dispendio di energia possibile. Sì esatto, la natura umana tiene conto dei consumi!

👉Nonostante la ricerca dell’equilibrio sia fatta adottando il minor dispendio di energia possibile, vengono sempre attuate soluzioni che mettono il corpo verso una sua dimensione di confort.Quando bisogna adattarsi l’organizzazione del corpo cerca di conservare l’equilibrio, cercando di sprecare poca energia, ma comunque accordando priorità all’assenza di dolore.

👉Il corpo fa di tutto per non soffrire. Nasconde, si distorce, diminuisce la sua mobilità nella misura in cui questi adattamenti difensivi, meno economici, gli fanno ritrovare il confort. Il nostro confort ed il nostro equilibrio si pagano con un maggiore dispendio di energia da cui deriva una maggiore stanchezza. Se il compenso muscolare non è sufficiente a trovare un nuovo equilibrio, confortevole ed economico, l’individuo non può rendere sicura la sua verticalizzazione ed è costretto a stare a letto. L’organizzazione generale del corpo risponde ad una necessità di relazione nella vita.

👉Capisci ora perché quando ti blocchi con la schiena ti ritrovi tutto ripiegato da un lato, verso il punto che fa male? Perché se stessi dritto come se niente fosse soffriresti di più. Il corpo non vuole soffrire, allora si richiude sul punto dolente. Ovviamente questo comporta –ahimè- un maggior spreco di energia, perché ci sono più muscoli che lavorano per mantenere comunque un certo equilibrio posturale di verticalità, pur essendo da un lato piegato verso il punto di dolore.

👉Ricorda anche che un altro principio fondamentale a cui il corpo risponde è il mantenimento dello sguardo all’orizzonte: la verticalità.

👉Il corpo è fatto per osservare, percepire, reagire, dare, prendere, creare, correre. Le catene muscolari assicurano tutto questo. La buona coordinazione dell’ organizzazione generale passa attraverso le FASCE.

👉Il trattamento con le catene muscolari in realtà è un lavoro delle fasce. I muscoli sono contenuti in guaine interdipendenti. Il riequilibrio delle tensioni passa attraverso il trattamento di questi involucri. Il muscolo è solo una “manovra” al servizio dell’organizzazione generale, cioè al servizio delle fasce. La fascia avvolge non solo i muscoli, ma ogni singolo organo e viscere. Conoscendo queste correlazioni si spiega anche come mai una colite cronica può causare lombalgia per esempio.

✔️Da ciò deriva l’importanza dell’approccio osteopatico in campo fasciale, viscerale e cranico. Ottenuto il rimodellamento delle fasce col trattamento delle catene muscolari, solo allora si potrà ri-armonizzare in modo efficace e duraturo la loro mobilità.

✔️ Poi attraverso esercizi specifici che tengano conto delle interazioni e continuità fasciali, del sistema posturale, tramite il concetto di catene muscolari. Le catene muscolari sono circuiti in continuità di direzione e di piano attraverso i quali si propagano le forze organizzatrici del corpo.

LEGGI E PRINCIPI CHE GOVERNANO LA POSTURA:

1️⃣ la forma del corpo modifica la funzione: quindi è a seconda di com’è la forma che noi possiamo fare i movimenti.

2️⃣ i muscoli sono organizzati in catene: “le catene muscolari sono un insieme di muscoli intimamente collegati tra loro da una specifica finalità funzionale (es. estensione tronco). Queste catene sono fondamentali in quanto realizzano in modo concreto lo schema posturale elaborato a livello del cervello, come i fili che sostengono i burattini. Un buon equilibrio tra le varie catene muscolari si traduce in un buon equilibrio posturale.”

3️⃣ i muscoli sono molto forti e sono quelli che fanno muovere le nostre articolazioni. Gli stessi muscoli però, se troppo rigidi, diventano dei FRENI (del movimento e quindi dell’escursione articolare).

🧐 Il ché significa che se ho un muscolo retratto, ad esempio il trapezio o il piccolo pettorale, avrò problemi sia di elevazione che di apertura della spalla, perché l’escursione è limitata dalla rigidità di questi muscoli. Quindi per riuscire a fare il movimento comunque, metterò in atto una serie di meccanismi parassiti e compensi posturali andando a “prendere stoffa” da altre zone muscolari, legate tra loro. Ecco perché spesso un dolore che origina dalla spalla può alla lunga affliggere tutto l’arto superiore, o il collo e la testa, o la schiena.

👉 L’osteopata tiene sempre conto di queste interazioni, ecco perché il trattamento manuale non è mai limitato solo alla zona dove c’è dolore.

👉 Le ginnastiche posturali fanno altrettanto, si lavora cercando di allentare tutte le tensioni lungo percorsi e linee ben precise del corpo in relazione tra loro. Ridonando quindi RESPIRO e LIBERTA’ a tutta la postura del corpo.

Teniamo presente questo principio 👉 i movimenti che non riusciamo a fare sono perché i muscoli (e le fasce), retratti, stanno frenando questo movimento.

I muscoli quando sono corti, hanno tre tendenze (dalla meno alla più grave):

1️⃣ DI AVVICINARE UN’ARTICOLAZIONE: i due capi articolari si avvicinano (rovinando un po’ la cartilagine, creandoci dolori articolari, ecc)…….ma più di tanto non possono avvicinarsi, per cui quando non riescono più ad avvicinarsi perché il muscolo è corto…

2️⃣ LATERALIZZANO (es: ginocchio valgo = lateralizzato verso l’interno)….Poi se ancora abbiamo bisogno, perché il muscolo è veramente corto…

3️⃣ RUOTIAMO (es classico la scoliosi: nella scoliosi le vertebre lateralizzano e poi ruotano).

🧐 QUINDI: 👉 quando un’articolazione duole e ci viene riferito che è perché la cartilagine si sta consumando…. il corretto ragionamento da fare sarebbe: che la cartilagine si sta consumando perché i miei muscoli sono troppo corti (primo principio), e quindi duole!

🔴 Partendo da questo ragionamento ci rendiamo conto di come lo stretching, gli esercizi posturali e di respirazione siano fondamentali per prevenire numerosi fastidi. Sono come l’olio che si mette sui cardini per non farli cigolare!

🔴 Nel momento in cui siamo già arrivati alla condizione in cui “i cardini sono già cigolanti”, prima di ricorrere a soluzioni invasive, ricordiamoci che esistono tanti tipo di terapie così chiamate CONSERVATIVE, volte al ripristino di equilibri perduti. Tra le quali rientra anche il trattamento osteopatico, i massaggi, il kinesiotaping.

FREDDO E UMIDITA’ E I DOLORI SI RIACCENDONO …

Nel nostro corpo esistono dei “comandi elettrici”: la sensibilità si basa sulla trasmissione di corrente elettrica da una parte all’altra nell’organismo. Quando nell’atmosfera aumenta la concentrazione di ioni, i recettori nervosi del corpo li captano e possono aumentare la loro sensibilità.

Ogni volta che cambia il tempo, in particolare quando piove, c’è vento o il caldo è particolarmente afoso: quindi nei giorni umidi o con variazioni brusche di pressione atmosferica, si verificano reazioni nel corpo.

Le reazioni si traducono in:

▶️ Dolore articolare

▶️ Sensibilità delle cicatrici

▶️ Senso di rigidità generale e difficoltà nei movimenti

▶️ Spossatezza

▶️ Mal di testa e tutti i sintomi correlati alle cervicalgie.

Alcuni consigli per contrastare i disturbi del “mal di tempo”:

✔️Movimento costante e regolare (adeguato ad ogni esigenza ed fascia di età), soprattutto volto al movimento articolare, la flessibilità ed il tono muscolare.

✔️Idratazione quotidiana (bere molto).

✔️Alimentazione adeguata (soprattutto evitare i cibi che peggiorano gli stati infiammatori: lieviti, insaccati, fritti, eccesso di zuccheri raffinati, eccesso di glutine, caffè e bevande nervine).

✔️Controlla il peso.

✔️Stai al caldo: a volte la corsa sotto la pioggia o nelle giornate uggiose è controproducente, addirittura stressante per le articolazioni e i muscoli…anche gli strappi sono più facilitati. O almeno copriti bene (usando buon materiale tecnico) e riscaldati bene prima (sia con creme riscaldanti che con esercizi propedeutici di riscaldamento).

✔️Bagni caldi, saune ed aree termali sono ottime durante l’inverno.

✔️La fitoterapia ed i rimedi naturali preventivi sono un valido aiuto per contrastare le infiammazioni articolari e muscolari.

✔️L’osteopata è tuo amico. 😉

PANCIA GONFIA E MAL DI SCHIENA

Anche se molti lo ignorano, la colonna vertebrale ed i muscoli della schiena sono strettamente legati coi nostri organi interni (i visceri). Per questo spesso la colite o la gastrite possono essere la causa del mal di schiena.

Uno stato infiammatorio dei visceri mantenuto per lungo tempo, come conseguenza sviluppare sintomi anche attraverso l’apparato osteoarticolare e muscolare.

CORRELAZIONI ANATOMICHE:

Ogni organo è legato alla parete posteriore da alcune strutture che ricordano molto dei legamenti. Quindi tali legamenti avvolgono il viscere e si inseriscono in prossimità della colonna vertebrale influenzandone la mobilità, sia delle vertebre stesse che dei grandi muscoli sui quali sono in diretto contatto.

Per cui se ad esempio il colon è teso, gonfio e sofferente creerà una trazione sulle vertebre con conseguente riduzione di mobilità e dolore e sui muscoli un accorciamento delle loro fibre, con contrattura dolorosa.

Un’esempio è l’intestino che poggia direttamente sul muscolo psoas.

Inoltre la relazione tra colonna vertebrale e visceri è data dal sistema neurovegetativo, ossia da quella parte del sistema nervoso che funziona in maniera autonoma, cioè senza la nostra volontà, e permette, tra le altre cose, la peristalsi (ovvero l’avanzamento delle sostanze contenute all’interno degli organi viscerali cavi) facendo contrarre e rilasciare i muscoli involontari della parete dell’organo stesso.

 

 

 

 

 

CAUSE:

A causare lo stato infiammatorio sono per lo più

  • le intolleranze alimentari,
  • l’infiammazione delle mucose gastro-intestinali legate ad abitudini alimentari scorrette, sedentarietà e stress
  • l’alterazione della flora intestinale (candida, escherichia coli),
  • l’uso prolungato di alcuni farmaci (Antibiotici, Antinfiammatori, Cortisone, PPI, Estro-progestinci, ecc.).

 

Compito dell’osteopata è, mediante test e tecniche manuali, andare a ricercare e mettere in evidenza queste relazioni, eseguire tecniche per il rilascio delle tensioni viscerali ed infine liberare quel tratto di schiena bloccato.

Pensare che un mal di schiena sia dovuto esclusivamente ad una “disfunzione” della sola colonna vertebrale tralasciando tutto ciò che si trova davanti determina spesso un risultato incompleto.

Quello che puoi fare tu in autonomia invece è lavorare con esercizi specifici che trovi qui: